DA WEF A WOOF
Il dragone invincibile, che si imponeva come imperatore assoluto ed eterno si è trasformato nottetempo in un cagnolino dal guaito lamentoso.
Ieri (il 17 gennaio) il World Economic Forum si è svolto in teleconferenza.
Klaus Schwab ha scritto in prima persona l'epitaffio al progetto della congrega degli arrivisti (mai arrivati) con le seguenti parole di apertura dei lavori: "Tutti sperano che nel 2022 la pandemia di COVID-19, e le crisi che l'hanno accompagnata, inizino finalmente a recedere".
Tutti a guardare chi ci fosse ai lavori, ma fanno più rumore le assenze: mancavano tanti, forse quasi tutti.
In compenso c'erano i capri espiatori, intruppati in riga davanti al plotone di esecuzione: Xi-Jing Ping, Fauci, Von Der Leyen, Lagarde, il primo ministro australiano.
Signori e signore, non so che altro devono dire perché si capisca che È FINITA.
E che è giunta l'ora di cavalcare l'onda della consapevolezza e farla crescere per affrontare il muro d'acciaio che ci si porrà davanti e contro il quale, se non ci attrezzeremo, potremmo schiantarci senza alcuna possibilità di cavarcela.

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